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Il Piemonte è il faro per il settore edile

Firmato il primo contratto regionale dell’edilizia, caso unico in Italia

Nel clima difficile per le relazioni sindacali e gli accordi contrattuali, il Piemonte si distingue con la firma del primo contratto collettivo regionale in Italia per il settore dell’edilizia che va a sostituire i contratti territoriali. Sarà presentato alla stampa mercoledì 11 maggio alle ore 11 da Confartigianato, Cna, Casartigiani del Piemonte e Feneal-Uil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil del Piemonte.

Il contratto collettivo regionale, primo in Italia, a coronamento di un percorso di relazioni sindacali in cui è stato perennemente al centro dell’attenzione l’obiettivo di snellire e agevolare i rapporti tra impresa e lavoratore, a qualsiasi provincia appartengano, finalmente getta le basi per una gestione omogenea sul territorio piemontese degli aspetti economici e normativi relativi al rapporto di lavoro dipendente.

La sua adozione potrà anche facilitare il rilancio di politiche pubbliche per il settore specie dopo la recente costituzione in Regione Piemonte della Consulta della filiera delle costruzioni. Certezza e uniformità economica e normativa, possibilità di concordare strategie riguardanti sia il sistema della bilateralità nonché quello della formazione, potranno quindi costituire un’inversione di tendenza per il settore maggiormente falcidiato dalla crisi.

In Piemonte nel 2015 le imprese artigiane delle costruzioni erano 53.060, 1.905 in meno rispetto al 2014 (in percentuale -3,5%). Dal 2009 al 2015 il calo è stato pari a 8.111 imprese (-13,3%), mentre il valore aggiunto, che nel 2008 era di 7 miliardi di euro, è sceso a 5,7 miliardi nel 2014 (-18,2%).

Le costruzioni occupano 117.000 addetti, 24.000 in meno (-17%) rispetto al 2008 e 1.000 in meno (0,8%) rispetto al 2014. Le ore di Cig, da marzo 2015 a febbraio 2016, sono state 5.646.663 con una diminuzione del 35% rispetto ai dodici mesi precedenti. Nel dettaglio la CIG ordinaria incide per il 54,4% sul totale Cig del Piemonte con un calo del 45,4%; la Cig straordinaria per il 34,6% con una diminuzione del 4,7% e la Cig in deroga per l’11% con un calo pari al -38,1%.

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