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Aziende informatiche in piazza, a rischio 6000 posti

Chiedono alla Regione un piano chiaro di rientro del debito

TORINO – I dipendenti delle aziende informatiche della provincia di Torino hanno scioperato venerdì scorso per l’intero turno di lavoro. Circa 600 lavoratori, la metà del Csi, hanno manifestato davanti alla sede della Regione Piemonte, in piazza Castello. Nonostante la nevicata sempre più copiosa sono arrivati anche lavoratori dal Canavese: in particolare con uno striscione di due metri il Consorzio Informatico del Canavese. Un altro striscione di quattro metri con la scritta ‘Regione non distruggere il Csi’ è stato aperto nella piazza. Secondo i sindacati l’adesione è superiore all’80% in tutte le aziende del torinese: al Csi di corso Tazzoli su 600 dipendenti sono al lavoro – dice la Filcams Cgil - sono entrati in 62, nella sede di corso corso Unione Sovietica circa 150 su oltre 800. “Il mancato pagamento dei crediti del Csi da parte della Regione Piemonte e del Comune di Torino – spiegano Filcams Cgil e Fisascat Cisl – comporta fortissimi ritardi nel pagamento dei fornitori. Le aziende sono così costrette a chiedere la cassa integrazione per i propri dipendenti creando un effetto domino negativo su tutto il settore Ict e dei servizi vari (imprese di pulizia e addetti alle mense) del Piemonte. Questo rende sempre più incerto il posto di lavoro per circa 6.000 lavoratori e per le loro famiglie”. I sindacati chiedono alla Regione “un piano chiaro di rientro del debito per le aziende Ict con la definizione dell’impegno economico e le date di pagamento”. Alla manifestazione non aderisce la Uiltucs Uil che non ha ritenuto opportuno che l’iniziativa si svolgesse a ridosso delle elezioni. (ANSA)

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