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Jobs act, quale futuro per l’occupazione in Piemonte?

L’occupazione è il problema più grave dell’Italia. Nel 2013 il tasso di disoccupazione è  stato del 12,2% e quest’anno è salito al 12,6%: due numeri che da soli qualificano il tema come la priorità delle priorità. Con il Jobs Act il governo intende porre in essere interventi che dovrebbero aggredire alla radice il problema. Il confronto, a volte aspro, che si è aperto ha però fatto emergere valutazioni discordanti sulla reale efficacia del provvedimento.

Uno studio della Fondazione Hume, ad esempio, ha evidenziato incongruenze e criticità ed ha contrapposto al Jobs Act il job Italia, una proposta shock che lascerebbe  in busta paga dei nuovi assunti l’80% del costo aziendale, anziché il 50% (come oggi), mentre il restante 20% andrebbe allo Stato sotto forma di Irpef e contributi sociali.

Il tema dell’occupazione è stato l’argomento della tavola rotonda che, dopo la relazione del vicepresidente Vicario Adelio Ferrari, si è svolta nell’ambito dell’assemblea di fine anno di Confartigianato Imprese Piemonte, con la partecipazione del professor Luca Ricolfi (docente ordinario di analisi dei dati all’Università di Torino), del senatore Pd Stefano Lepri (componente della XI^ commissione lavoro),  di Claudia Porchietto (consigliere regionale Forza Italia ed ex assessore regionale al lavoro), di Alberto Tomasso (segreterie generali  Cgil, Cisl, Uil) di Giuseppina De Santis (assessore regionale ttività produttive), di Silvano Berna (segretario regionale Confartigianato). A moderare la tavola rotonda Luca Ponzi, vicecaporedattore TGR Piemonte. Ha concluso i lavori Giorgio Merletti, presidente nazionale Confartigianato Imprese.

 “La Commissione Europea – ha fatto osservare Ferrari - ha ridotto le stime di crescita dell’Italia per il 2014 e per il 2015, portandole rispettivamente dal +0,6% al -0,4% e dal +1,2% al + 0,6%. In Piemonte nell’ultimo anno il Pil è diminuito dell’1,8%. La dinamica della produzione nella nostra regione rimane fortemente inferiore rispetto al periodo precedente l’avvio della crisi. La domanda interna continua a risentire della perdurante debolezza della spesa per consumi ed investimenti. L’occupazione è diminuita a ritmi superiori alla media nazionale, passando dai 1.884.900 occupati nel 2008 – ultimo anno prima dell’ inizio della crisi – agli 1.800.400 a fine 2013, secondo l’ultimo dato disponibile”. 

“Al governo – ha proseguito Ferrari - chiediamo misure per facilitare l’accesso al credito delle Pmi, ridurre il costo dell’energia, rendere più semplice  la tassazione immobiliare e la normativa ambientale e quella sulla sicurezza sul lavoro. Sul piano regionale, siamo purtroppo ben consapevoli che la persistente situazione di difficoltà dei conti pubblici comporta una grave carenza di risorse da dedicare allo sviluppo delle attività produttive, e che inoltre determinerà un aumento della tassazione regionale. Nonostante ciò, richiamiamo in sintesi i temi, condivisi a livello di comitato unitario artigiano  e di Rete Imprese Italia/Piemonte, su cui attendiamo risposte. Sui Fondi Europei 2014 – 2020, è necessario che i futuri bandi vengano predisposti sentendo preventivamente le parti sociali, in modo da tener conto delle esigenze delle micro e piccole imprese piemontesi, pur nel rispetto dei vincoli comunitari. Sul credito proponiamo un nuovo fondo di riassicurazione che unifichi le prestazioni dei fondi esistenti ed estenda l’operatività dal solo artigianato a tutte le pmi. A seguito della recente legge regionale sulla semplificazione amministrativa,  Rete Imprese Italia/Piemonte ha presentato un’ ampia ed articolata serie di proposte per alleggerire il peso della burocrazia che  incide pesantemente sulle piccole imprese, sottraendo tempo e risorse all’attività produttiva.  Le indicazioni riguardano i settori alimentare, edilizia, impiantistica, acconciatura ed estetica, formazione professionale, commercio sulle aree pubbliche, turismo, sanità”.

“Per quanto riguarda l’occupazione – ha concluso Ferrari – il provvedimento del Governo, nella sua attuazione, dovrà comunque evitare di  incrementare il costo del lavoro per le piccole  imprese  e salvaguardare le buone pratiche in materia di sostegno al reddito, preservando esperienze positive quali il Fondo di solidarietà dell’Artigianato, che garantisce il sostegno al reddito  in caso di crisi aziendali. La tavola rotonda costituirà un importante momento di confronto e di conoscenza della materia al fine della costruzione di politiche regionali sull’occupazione, alle quali Confartigianato darà il proprio contributo per fornire risposte concrete alle esigenze delle imprese artigiane”.

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