Confartigianato Imprese Piemonte, tutela in ogni campo gli interessi delle imprese e la loro rappresentanza nei confronti di qualsiasi Amministrazione ed Autorità regionale

MEDIA – Confartigianato su ‘Il Foglio’ analizza il peso della guerra sulle Mpi e i nodi della politica energetica

La guerra in Ucraina ha fatto venire al pettine i nodi irrisolti della politica energetica e a pagarne il prezzo più alto sono le micro e piccole imprese per le quali il boom di rincari nell’ultimo anno si traduce in un extra costo per l’energia elettrica di 6,2 miliardi .E’ l‘allarme che Confartigianato lancia oggi dalle pagine del quotidiano ‘Il Foglio‘.

Gli effetti del conflitto colpiscono quasi un milione di imprese con 5 milioni 353 mila addetti, più della metà di questi (57,3%) occupati in micro e piccole imprese. Sono i settori con un più intenso uso dell’energia, quelli interessati dalle mancate importazioni di materie prime dal teatro di guerra, dal caro-gasolio e dalle sanzioni sui prodotti di lusso varate il 15 marzo. Si aggiungono le aziende dei territori con una maggiore esposizione dell’export in Russia e una più elevata presenza di turisti russi.

“I maggiori costi pagati dalle imprese – sottolinea il Presidente di Confartigianato Marco Granelli – sono ‘gonfiati’ da una più alta tassazione dell’energia che, non rispettando il principio ‘chi inquina paga’, penalizza maggiormente le piccole imprese, come nel caso dell’elettricità. Inoltre, in sette anni si è dimezzata la produzione di gas naturale, mentre la bassa presenza dei rigassificatori, e il loro sottoutilizzo, riduce l’accesso a fornitori alternativi alla Russia. Va affrontata la complessa regolazione del mercato europeo per poter applicare un tetto al prezzo del gas, così come va incentivata la produzione di energia da rinnovabili. “In ogni caso appare difficile poter affrontare una crisi energetica di queste dimensioni senza interventi coordinati a livello europeo. Molti degli investimenti necessari non sono finanziabili con le risorse nazionali e rendono necessaria una risposta dell’Unione europea che utilizzi l’esperienza di debito congiunto di Next generation EU”.

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